Il Cannonau, il vino più antico del Mediterraneo, oggi elisir di lunga vita
Quando si parla di Cannonau, non si parla di un vino qualunque, ma del re dei vini e dei sapori di Sardegna. Il Cannonau è, infatti, un vitigno autoctono coltivato sulla nostra isola da più di 3200 anni per ricavarne un vino rosso o rosato – dalla forte personalità e gradazione – per il quale la denominazione d’origine controllata è quanto mai appropriata! É stato infatti accertato che il cannonau di Sardegna, non solo non ha origini spagnole (in Spagna è conosciuto con il nome di Garnacha), ma è a tutti gli effetti “il più antico vino del mediterraneo”. Un vino che ha conferito ai sardi la palma di primissimi produttori di vino rosso – con buona pace dei francesi – e che oggi è annoverato tra gli elisir di lunga vita di una blue zone che tutto il mondo ci invidia: la Sardegna.
Dove e come si produce il cannonau
Il cannonau è un vitigno che non teme nulla, né l’asprezza della montagna, né il vento della costa. Viene coltivato in tutta la Sardegna e si contende la fama – ormai mondiale – solo con il fratello bianco, il Vermentino di Gallura DOCG. Ma sapete da dove proviene il suo nome? Probabilmente no, a meno che conosciate il sardo… e al contempo cosa succede all’uva cannonau durante la fase di fermentazione.
Se i vinaccioli (i semini) tendono a depositarsi sul fondo dei tini, le bucce tendono, infatti, a salire in superficie creando una sorta di pellicola naturale che deve essere rimestata. Ecco che allora, al “ribollir dei tini”, si deve rispondere smuovendo le uve, intervento che in sardo viene definito per l’appunto “cannonare”.
Il Cannonau viene poi messo ad invecchiare in botti di rovere o castagno per almeno un anno, tre se vuole fregiarsi dell’appellativo “cannonau riserva”.
Quando è giovane il suo colore è rosso come il rubino e reca sentori di frutti rossi. Quando invecchia vira verso l’arancione e si carica di sentori dolci o speziati, o ancora leggermente amari con sfumature che ricordano il caffè o la liquirizia. Tutto dipende dal terreno e dai tannini. In alcuni casi può diventare addirittura liquoroso.
Per ovviare a questo carattere “isolano”, deciso e ad alta gradazione, può essere ottenuto da una miscela con altre uve, ma noi non ve lo consigliamo. Il cannonau, in fin dei conti, è come i sardi. Cambiarli è impresa vana… talvolta controproducente!
Scherzi a parte, si può parlare di Cannonau Doc di Sardegna solo se eventuali aggiunte di altra uva non superano l’1%.
Come abbinare il Cannonau
Rosso o rosato, il cannonau viene gelosamente custodito dai nostri produttori proprio per forgiarne il carattere e regalare ai palati più esigenti un perfetto abbinamento per carni saporite – agnello, insaccati o il classico maialetto sardo (noto anche come porceddu) – e per formaggi stagionati, Pecorino sardo Dop in primis.
Vino delle grandi occasioni e dei giorni di festa oggi, non va dimenticato che per molti anni è stato il vino-ristoro per i tanti contadini impegnati nelle fatiche della campagna. Contadini centenari a quanto pare, tanto che il Cannonau è divenuto anche oggetto di studio da parte degli scienziati che indagano i segreti delle cosiddette “blue zone” del pianeta. Zone in cui la qualità della vita e degli alimenti, compreso un buon bicchiere di vino, sembra essere alla base di una vecchiaia serena e prolungata. Insomma il nostro vino rosso più famoso, grazie all’altissimo contenuto di Resveratrolo (un importante fenolo) sarebbe anche un elisir di lunga vita! Non è chiaro quando occorrerebbe assumerne… ma i classici due bicchieri al giorno, all’insegna del buon senso ci sembrano la misura perfetta. E voi cosa ne pensate?
Puoi acquistare il Cannonau online
Ecco i Cannonau consigliati da Janas food:
Dimonios – Sella&Mosca | Blasio – Cantine di Dolianova |
Icorè rosso – Cantina di Dorgali |
D53 – Cantina di Dorgali | Sincaru – Vigne Surrau |
Messadore – Cantina Galavera |